Innamorata Poem by Yorgos Blanas

Innamorata

INNAMORATA

Poiché t'ho amato, sogno con innumeri fuochi
dietro i dossi delle montagne,
ti scrivo bruciando la mia ultima scintilla:
io, una fuga strana, coler porpora,
che una pena interminabile incendia.
Ricordi? 'Te ne vai come cervo inseguito:
e se come passero ti salverai, sarà un miracolo! '
Sono sopravissuta semplicemente come essere umano
deciso di vendicarsi l'ingiustizia della tua gravita.
Cominciai ad aggirarmi nelle città
dove avrei annidato la polvere della rimanente vita mia
e l'umidità della mia vita residua.
Tutto mi dava la contemporanea impressione
che vi avrebbe messo radici e l'impressione che awebbe sempre viaggiato.
Ogni giorno vedevo le stesse cose e,
ben sapendo che erano le stesse,
fermamente le amavo col loro nome.
E poi sentii che avevo portato con me più
di quanto avessi lacrimato o mai conseguito!
Molto più tardi capii che stavi vicino a me
o che ero io a star con te - per un certo aspetto
fa lo stesso: per un altro, rischiai di impazzire.
Credevo che il mio corpo non convenisse al tuo,
comunque adesso so quello che cercava di dimenticare .
quella sete che prendeva fuoco in me
ogni volta che dissetavo un altro corpo.
Mi avevo dimenticato tra le tue braccia e mentre .
non t'ho mai abbracciato, non sapevo cosa avrei dovuto ricordare,
ricercare, prendere indietro o dare
anche se sono rimasta un nulla che non t'ha mai desiderato

Guardavo il cielo - quanto sangue
ho sprecato nelle mie vene per sfuggire
alle tue azzurre bugie - e mi lasciavo impoverire ri.
la povertà di tutti. È incredibile come differiscano
gli esseri umani nel modo di sparpagliare le loro speranze.
La maggior parte improvvisano: s'immaginano
tutto quello che può attraversare il loro cervello
pur di stare a galla nel naufragio della loro immagine:
cerumi accettano di scadere così
come se se l'aspettassero per poter esistere finalmente
integri. E poi è venuto il fuoco ad abitare
le case che essi stessi non avevano incendiato
presi da una inspiegabile padronanza di sé
sentimento di vanità. E mentre la città
era ridotta ad una irresistibile cenere
e quelli che all'improvviso si ricordano di essere ancora vivi
cercavano di sottrarre
alla morte la loro morte,
io dormivo in un cortile pieno di rose.
Ero tornata a casa. Stavi piantando due mani di eucalipto,
ed io respiravo un busto di pomeriggio
pieno di anime lavorative e accidiosi neonati.
Schiuderti la sera: rugiada indossavo sulla pelle
piena di rose dal piccolo cortile. Ingoiai
due ciliege dolciamare quando mi abbracciasti...
So che il vecchio eucalipto

(Traduzione - Crescenzio Sangiglio)

Saturday, January 14, 2017
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