LA NOTTE IN CUI L'ONORABILE SCRIVANO
NEFTAL RIUSCÌ A RAPPRESENTARE IL NUMERO DUE A UR
Dio m'è testimone!
Avrei fatto a pezzi la mia penna se non fossi riuscito
a disegnare sul tuo collo il segno dell'amore
vivo: come il fuoco che imprigiona
la sua forma in questa insopportabile argilla
(ignaro della sua lingua e del suo furore) .
Immagino che un giorno la scrittura diventerà qualcosa di
particolarmente delicato
e spietato il silenzio nella sua leggibilità.
Fino allora notti come quella di ieri
favoriranno la vecchia arte della titubanza:
lui a dettare con voce imperiosa
beni, servitù, animali e tu a palpitare
nel candore di questo collo illibato,
mentre guardi con perseveranza l'inarticolata cerimonia della penna.
Avrei potuto ammazzarti! Non l'ho fatto.
Sono stato un onesto scrivano. Continuerò!
So che laddove gli altri null'altro vedranno
che ancora un segno metrico,
tu discernerai: 'Ti voglio, mi appartieni, ti amo'.
Vedi, ti ho adorata e in certo modo dovevo farlo passare sotto silenzio.
(Traduzione - Crescenzio Sangiglio)
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