Simile poems from famous poets and best beautiful poems to feel good. Best simile poems ever written. Read all poems about simile.
(love is like)
Love is like a painting
filled with all colours and shades
love is like a bleeding heart
...
My father is a quiet man
With sober, steady ways;
For simile, a folded fan;
His nights are like his days.
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A pretty girl
is like a simile
and vice-a-versa
so I'd say
...
NO more wine? then we'll push back chairs and talk.
A final glass for me, though: cool, i' faith!
We ought to have our Abbey back, you see.
It's different, preaching in basilicas,
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If one could bridge the distance with a word,
A journey would become a pilgrimage.
Elegant letters slant across the page.
My leaf has found a home upon your coat.
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When the swordsman fell in Kurosawa's Seven Samurai
in the gray rain,
in Cinemascope and the Tokugawa dynasty,
he fell straight as a pine, he fell
...
Intoxicated by the inspiration
Of his trade—
With mental powers at work,
A true poet rarely sleeps.
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One thing that literature would be greatly the better for
Would be a more restricted employment by the authors of simile and
metaphor.
Authors of all races, be they Greeks, Romans, Teutons or Celts,
...
"Oh, dear, with the just unfolded tender leaflets of Mango trees as his incisive arrows, and with shining strings of honeybees as his bowstring, the assailant named Vasanta came very nigh, to afflict the hearts of those that are fully engaged in affairs of lovemaking...
"Oh, dear, in Vasanta, Spring, trees are with flowers and waters are with lotuses, hence the breezes are agreeably fragrant with the fragrance of those flowers, thereby the eventides are comfortable and even the daytimes are pleasant with those fragrant breezes, thereby the women are with concupiscence, thus everything is highly pleasing...
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Dear Thomas, didst thou never pop
Thy head into a tin-man's shop?
There, Thomas, didst thou never see
('Tis but by way of simile)
...
('Regno, Phylum, Classe, Ordine, Famiglia, Genere, Specie')
A piedi nella boscaglia, nel tardo pomeriggio: tortuosi percorsi di
Primavera fra Plantae et Animalia.
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LA DIVINA COMMEDIA di Dante Alighieri INFERNO
Inferno: Canto I
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Ne Rubeam, Pingui donatus Munere
(Horace, Epistles II.i.267)
While you, great patron of mankind, sustain
The balanc'd world, and open all the main;
...
You never heard tell of the story?
Well, now, I can hardly believe!
Never heard of the honour and glory
Of Pardon, the son of Reprieve?
...
What did we say to each other
that now we are as the deer
who walk in single file
with heads high
...
Christopher Robin and Pooh walked slowly down the path in the woods, treading on the occasional crackly twig.
'CR...' said Pooh, 'What's a Poeh Tree? Is it the same as a Poem, or a hum? '
...
I saw you yesterday with that brave smile on your face, and it cut
I tried to look your way with a reassuring smile, but still it cut into me
Both of us now, you with the tears fought back, me with a heart that could so easily crack, as I saw you yesterday with that brave look upon your face
...
Phoebus, sitting one day in a laurel-tree's shade,
Was reminded of Daphne, of whom it was made,
For the god being one day too warm in his wooing,
She took to the tree to escape his pursuing
...
Sighting her in opposite mirror
Like a boundless poetic mirage
Finding no words I surrender
To the beauty unfolding its image
...
I wanted to write a poem with a simile,
and tried for a long while.
Somewhere, somehow, it lost an 'i'
and all I had left was a smile.
...
challenge if you can write in verse
and make your lines rhetorical
put in if you can make stanzas out of allusion
let others feel you can smile in simile
...
The amazing author pens poetry,
Using words of wisdom from deep inside,
Inserting metaphor and simile
Where figures of speech endlessly reside,
...
Happy birthday, dear Emilie,
A phrase compares two unlike things;
The author's use of simile
Is good as what the sentence brings.
...
The body implicates the
philosophy for lullaby. Something
sleeps between moons. A simile wakes.
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The foolish lovers
Spreading fingers
The indiscreet lovers
Fixing each other's eyes
...
Like a blue verse,
My lines carry no simile nor metaphor.
Like a blank verse on a paper,
My stanza's carry no rhyme.
...
SE LA STRADA VERSO ITACA È PIÙ BELLA DI ITACA, LA STRADA PER DAMASCO NON È PIÙ BELLA DI DAMASCO
1.
La città somiglia alle rughe, ripiegata su se stessa come i corpi dimenticati nelle celle del terzo mondo, risollevata come una memoria bucata, chiara come gli abiti della festa, scandalosa come i fili di un tappeto persiano, questa città mi ha sempre incantato per accumulazione, una classe si accoppia con l'altra e questa con un'altra, si rigenera senza gestazione, una città che si copre il volto col burka e mostra le gambe brune, una città che ogni giorno mi trapassa quando la tento, andata e ritorno, la taglio come i fautori della rivoluzione del proletariato tagliano prima le teste delle classi agiate poi le teste degli amici, la taglio con la pazienza del cammello, con l'impeto del kalashnicov, con la brama di una locusta dinanzi a un campo al mattino.
La città somiglia ai ricordi, oscura, ma timidamente accarezza la verità, appesantisce il nostro sonno di un desiderio più grande, il nostro risveglio di interrogativi più grandi, è come i funerali di stranieri in città straniere, suscita pietà senza stringere la mano alla tristezza, piange di notte come se fosse colpita dal viaggio e con l'artiglio di una vaga nostalgia graffia la pelle dei nostri discorsi, poi si infila accanto a noi nel letto, quando ci svegliavamo a metà morte al suono del suo pianto, lei si copriva la testa col cuscino e i sogni si spezzavano.
La città somiglia ai turisti, irascibili, con le loro fotocamere digitali e i sandali che non conoscono la lingua dei marciapiedi nel loro freddo nord, la loro allegria sdoganata, gli spinelli che loro negano e da cui sono negati quando tornano ai paesi della neve, somiglia al loro falso color bronzo, e come le loro ossa hanno sorbito il sole e la vitamina D, le loro fotocamere la città.
La città somiglia ai venditori di biglietti della lotteria, con i loro volti morti e i loro rapporti alle sedi dei servizi segreti all'indomani dell'aumento del prezzo del pane. Somiglia a loro, semina sogni per le strade, promette milioni ai passanti mentre i loro bambini succhiano acqua e vincono la fame.
La città somiglia alle sue sette porte spalancate, incustodite come letti di prostitute, chiuse senza un filo di luce come le tombe dei morti.
La città somiglia a Damasco.
2.
Qui la città si corica di schiena, il sole le punge la pelle che si fa più pallida, il clamore si avvia al termine, dalle fonti del fiume fino a metà dell'anima tira il cordone ombelicale che non si taglia e getta ai margini i suoi poveri, poveri che ogni volta che cercano di amarla cadono sotto le ruote della sua espansione, questi solchi che albergano nella sua pelle sono strade intricate da una mano non divina, e quella nube nera attorno al suo collo le viene dalla cronica indecisione di smettere di fumare. Dio mio, come risalire il suo seno affacciato sulle rughe, ricoperto di case grigie dal pendio fino al capezzolo con geometrico accumulo da quando per caso si è scoperto il piacere tra uomo e donna e persino la civiltà, è incredibile come si possa chiamare un seno montagna senza metafora, un cammino tracciato da chi è passato senza amare il proprio nemico e ancora, come una lapide, tramanda la storia. Qui la città si estende fresca come se non avesse preceduto l'alfabeto di innumerevoli disgrazie, cinta da mura che non sembrano assediarla e, se ascolti un poco, odi l'eco fievole dei primi uomini eretti che si sono dissetati alle sue acque e taluni, per un fattore ereditario, si sono annidati nel tuo sangue affetto dai canti, è il primo cimitero dove le genti hanno festeggiato nel segno del ricordo, passo di lì estraneo a me stesso e lei passa da me estranea ai miei lineamenti, la scorgo nei volti di stranieri che le appartengono, allora ci riconosciamo in presenza dell'illusione, lei antica come un fossile, io nuovo come la fine della storia, afferro la sua veste come un bambino, lei afferra il mio cuore come una donna , quindi la poesia si compone, io sognatore a caccia di poemi, lei reale, genitrice di bambini che non alleva, io mortale, lei sempiterna, io fatuo, imbevuto di metafisica, lei reale e agnostica, io senza conforto, a lei nulla può accadere, soltanto per caso siamo amanti.
3.
Scendo la strada verso il suo fianco, incrocio il dubbio che procede verso la completa certezza mentre io sfioro appena il sospetto dai lisci contorni, rompo il salvadanaio del tempo e ne estraggo tre giorni e poche ore che sono gli attimi di gioia raccolti nel corso della mia esistenza tuttora in vita, il peso del kalashnicov, ereditato da un comunista casualmente passato affianco alla mia ferita, pesa ancora sulla mia spalla destra e per questo quella sinistra è diventata più alta e superba, il fango dei miei giorni si è fatto più molle col rischio di un lento sguazzare, quanto all'arancio che ricorrente appare nel mio sogno col suo sapore simile a quello di Gaza che tira leggermente all'aspro come l'aria di Damasco, spiegarlo è difficile per wikipedia ma non lo è per Ibn Arabi, in fondo alla via che porta alla strada chiamata diritta accompagno Anania alla casa di Giuda, camminiamo abbagliati dai dettagli che cadono dal cielo a causa di errori tecnici nel progetto del Signore, incontriamo i martiri che, nel reparto, attendono chi risponderà ai loro dubbi esistenziali, al senso dell'essere stipati coi nemici nel medesimo locale dietro lo slogan siamo tutti martiri, questa città mangia la carne del fratello, rutta per l'affollamento, questa città è cinta da favole e da preghiere dei colpiti dalla devozione, questa città non ha tagliato il cordone ombelicale che la unisce alla morte, ogni notte affila il coltello sperando in un nuovo massacro, vorrei avere il tepore del motore di una macchina nel tuo triste inverno o il freddo di una tomba nella tua amara estate, o deserto di cemento, città che prende il tè al ritmo della battaglia, e danza il ballo della sconfitta sui cadaveri dei suoi figli smarriti, amen.
4.
Non ho in serbo abbastanza luce da spartire coi ciechi di Maeterlinck, le mura cingono il significato dentro la mia anima come la città cinge i miei ricordi, o anima mia devota, o corpo mio ateo, confesserò ora il mio peccato originale, tutte le mie poesie che ho affondato come una lama arrugginita nella carne dei vostri giorni, non sono poesie mie, le ho rubate a coloro che sono stati dimenticati e che hanno perso la memoria, le ho raccolte dai letti bianchi degli ospedali e dai lamenti dei sofferenti, sono la memoria delle donne, sparsa dinanzi alla maschilità di Dio, sono il gorgoglio di coloro che sono morti di freddo a metà del canto, sono il sogno astratto dai sognatori, sì, non sono poesie mie, sono ricordi fossili di persone vissute in un tempo remoto, non conosciamo i loro nomi ma li portiamo nelle nostre pallide sembianze, desideri non realizzati, risate già consumate, non sono poesie mie, sono il respiro di naufraghi e impiccati, anime colate dai piccoli fori fatti dai fucili...
Non sono poesie mie....
n o n s o n o p o e s i e m i e
5.
Non soltanto io,
tutti noi siamo stranieri,
altrimenti come spiegate la città?
6.
Il poeta che ho incontrato in un'osteria a Damasco....
…
è stato divorato dal lupo.
7.
Dall'inizio del corpo ai confini del desiderio, la notte cade una ferita dopo l'altra, mi riparo alla luce, le donne nascoste nelle loro vesti mi ricordano la maschilità del mondo, per salvarmi mi appoggio al bastone della femminilità, la fatica che cola dai passanti mi tira verso il fondo, questa città non somiglia alla gioia ma la sua oscurità ci colpisce con una felicità passeggera, non somiglia alla morte ma è condannata a più di una fine, è l'ingiustizia distribuita con scandalosa giustizia, il sogno di libertà di una donna, il sospiro di Dio, la testa di Giovanni che corre piangente nelle nostre notti, è l'alleanza tra poesia e carnefice, tra l'odore fresco delle mura e l'aroma dei vicoli che conducono al principio, è Sham, infinite nozze di sangue, danza di Salomè che piove giorni sui nostri giorni, la fine che inizia ora, la preghiera di mia madre imbevuta di leggende, i minareti che toccano le dita di Dio, le loro voci hanno un sapore simile al colore della poesia, il suo corpo ha i rilievi del peccato, è Sham, che mi ha generato ed è caduta per la pallottola di un cecchino, siamo nati insieme, la stringo a me e il canto si spezza, mi stringe a sé e mi duole la poesia (o voi che credete, accostatevi a Sham soltanto se siete ebbri poiché essa è impastata col sonno), per lei sono i canti uccisi, i dettagli della profezia e l'odore della rivelazione, per noi il misticismo, nudi sotto il suo ombelico, noi, figli ribelli, smarriti al nord, lei, nostra madre che ci ha allattato solo con la paura, abbiamo allora ereditato i versetti dei poeti, è Sham, mela di luce, libro della tristezza, epistole di Ibn Arabi mai giunte.
...
We all smile in the same language, and there’s nothing stronger than a motivational poem that leaves a smile on the face of those who indeed need it. Joseph Addison says, "What sunshine is to flowers, smiles are to humanity". A lot of poets from around the words and in all languages have written funny yet inspirational poems to motivate people and show them the power of a smile like "The Smile" poem by William Blake and "Awake To Smile" by Robert William Service. Read more poems on PoemHunter.com and unleash your smile.